Lui è Giorgio Marras, atleta partner nonché dispensatore gratuito di abbracci gioiosi e sorrisi che arrivano dritti al cuore, del nostro Team Sardegna

Per Giorgio far parte di Special Olympics come atleta partner significa “allenarsi ogni giorno all’empatia” ma forse, questa foto piena d’amore ci dice che lui, di allenare l’empatia, non ne aveva granché bisogno: probabilmente, a servire erano piuttosto le occasioni per tirar fuori il meglio di sé, per avvicinarsi all’altro e comprenderlo, abbracciandone ogni singola caratteristica.

E ormai, lo sapete bene: questo tipo di possibilità, nel mondo di Special Olympics Italia, non mancano mai

Essere atleta partner significa condividere l’idea che giocare insieme sia la strategia vincente. Nel gioco unificato, dove quindi gareggiano insieme persone con e senza disabilità intellettive, lo scopo è semplice: scambiarsi emozioni, aiutarsi, condividere da vicino momenti di gioia, sperimentare il valore dell’amicizia, dell’accoglienza e dell’inclusione.

Comprendere attraverso la pratica che la diversità è una caratteristica che appartiene a ognuno di noi, e che costruire un mondo in cui siamo tutti chiamati a scendere in campo in favore dell’inclusione non solo è necessario, ma anche bellissimo 🌈

La storia di Giorgio, iniziata nel 2012 come volontario di Ogliastra Informa, è un’avventura piena di quelle esperienze che ci fanno sentire pienamente vivi. “Tra le migliori ci sono gli Special Olympics Unified Sports Beach Games di Cesenatico, nel 2019”, ci racconta. “Era la prima volta che partivo da solo, atleta partner insieme a Stefano, atleta con disabilità; le responsabilità erano tante e c’erano un po’ di timori”.

Primo fra tutti, quello di non conoscere gli altri atleti: “non conoscevamo nessuno della squadra, ma le cose sono cambiate immediatamente: siamo arrivati da estranei, dopo neanche mezza giornata eravamo amici tra amici; sembrava fossimo la da sempre” ✨Il segreto? Secondo Giorgio, “stringere rapporti d’amicizia durante le avventure con Special Olympics è semplice perché c’è spazio per tutti, persone e sentimenti”.

L’amore, la gioia, ma anche l’ansia pre gara o la tristezza: le emozioni sono parte integrante dell’avventura, non c’è niente da nascondere. Essere se stessi e dare il meglio di sé, fa parte del gioco “Gli aspetti positivi sono tanti perché conosci tante persone, ti alleni tutto l’anno aspettando insieme al resto della squadra le competizioni, la determinazione è tanta ma la cosa più bella in assoluto, è che le gare Special Olympics sono caratterizzate da un qualcosa che non sempre chi fa sport contempla: il divertimento.

Per me questo significa fare l’atleta partner – conclude Giorgio – essere empatici, fare amicizia, condividere, gareggiare insieme, essere squadra, divertirsi. Un’esperienza di vita bellissima, che consiglio a tutti”.